L’attività estrattiva

Un sottosuolo che ha avuto un ruolo molto importante nello sviluppo di questo territorio

La ricchezza geologica dell’Altipiano del Calisio è conosciuta fin dall’antichità, in quanto, alcune risorse del sottosuolo hanno avuto un ruolo molto importante nello sviluppo di questo territorio. Dal Calisio provengono l’argento (data la presenza di numerosi giacimenti argentiferi), il Rosso Ammonitico, la roccia utilizzata per costruire la città di Trento fin dall’Età romana ed i famosi cubetti di Porfido provenienti dal lembo settentrionale dell’Ecomuseo, nel territorio di Albiano e Fornace.

I canopi

I minatori che estraevano l’argento sul Monte Calisio erano chiamati “canòpi” (dal tedesco antico knappen) e provenivano dalle attuali Austria, Germania e Repubblica Ceca. Da illustrazioni del tardo Medioevo possiamo farci un'idea del loro aspetto: indossavano una semplice tunica con un cappuccio che serviva per proteggere la testa nelle basse gallerie minerarie (le canope) e a volte un “batticulo”, un grembiule di cuoio su cui potevano sedersi o inginocchiarsi. Nelle canope sono stati ritrovati anche dei lumini in pietra alimentati a grasso animale, utilizzati dai minatori per illuminare il buio del sottosuolo. L’area di insediamento dei canòpi è ancora incerta, ma è probabile che vivessero isolati nei boschi, nei pressi delle loro miniere.

La barite

In località Pralungo e agli Orti nei pressi di Montevaccino, erano presenti importanti miniere di barite attive fino agli anni ’60 del secolo scorso.

Si tratta di un solfato di bario che gli antichi minatori scartavano ma che è molto utilizzato nell’industria moderna, ad esempio per la produzione di vernici o in medicina. Le sue caratteristiche principali solo il colore bianco candido e l’alto peso specifico.

La barite veniva cernita e lavata nei pressi degli imbocchi e trasportata con una teleferica fino a valle, nei pressi della chiesa di Gazzadina.

L’argento

Il territorio del Meanese è molto ricco di giacimenti d’argento (perlopiù di galena argentifera), sfruttati fin dal Medioevo dai canopi, gli antichi minatori provenienti dalle regioni germaniche.

Migliaia di pozzi verticali (i cadìni) e chilometri di labirintici cunicoli scavati a mano (le canope), attraversano tutto l’Altipiano del Monte Calisio.

L’argento fu esaurito in pochi secoli a causa dell’intenso sfruttamento, ma nella zona di Meano l’attività mineraria fu ripresa in più fasi fino al XX secolo, in particolare per un altro minerale che si trova nello stesso giacimento.

Il porfido

Circa 280 Milioni di anni fa continue eruzioni vulcaniche esplosive produssero enormi quantità di lava, ceneri e lapilli, che diedero origine agli spessi depositi di porfido che oggi caratterizzano la Val di Cembra e i suoi dintorni.

Questo prezioso materiale venne sfruttato dal Principe Vescovo già nel Cinquecento, in particolare per produrre lastre per i tetti. Le prime ditte organizzate nacquero però solo all’inizio del secolo scorso. Per secoli quello estrattivo fu il maggior settore economico e garantì un certo benessere alle comunità locali.

Per approfondimenti visitare la pagina: Ecomuseo Argentario sottosuolo